mercoledì 11 gennaio 2006

(Quando è finita...)

Quando è finita si rischia di smarrirsi guardandosi intorno. La prospettiva è sconvolta, nuovi dettagli competono tra loro per assicurarsi un posto di rilievo, come quella foto capovolta che cerca di primeggiare su quel biglietto del treno di anni fa, mentre i punti focali di un tempo appaiono ora quasi insignificanti, o forse sembrano vecchie rovine di città distrutte da millenni la cui grazia antica semplicemente non esiste più, assumendo contorni mai appartenutegli, e che, senza volerlo, diventano un monito, contraddicendo l'essenza stessa di quella vita, ora assente, ma che ancora le abita.

Conservo ancora un prezioso ammonimento, appreso, acquisito, casualmente, come si addice alla saggezza.
"Prima di amare, impara a camminare sulla neve senza lasciare tracce".
Dopo anni, avrò il diritto di chiedermi, tu, neve, quando imparerai ad essere calpestata senza rivelare a nessuno il cammino?

Intorno a me, tutto è ricoperto da densa polvere scura, avvolto in costante penombra, imprigionato in una atmosfera di lento jazz d'ottone.

Quando è finita, sembra impossibile poter piangere.
Come possano i sentimenti in eccesso annichilirsi tra di loro resta per me un mistero.
Non sempre i primi raggi di sole arrivano all'alba.


Quando è finita si rischia di smarrirsi.