sabato 10 dicembre 2011

Ezechiele codamozza


Succede che apro l'armadio e vedo quattro pantaloni neri, tre maglioni neri, canottiere nere, mutande nere, calzini neri e allora mi dico cazzo è il caso di andare a comprare qualcosa di colorato. Poi giro due o tre negozi, provo decine di pantaloni e ne acquisto uno nero.
E allora basta, dichiaro completato il mio guardaroba e si fottano i colori.

E sì, è sabato pomeriggio, vado a fare la spesa, con il mio pantalone nero, il mio maglione nero, il mio cappotto nero, la mia sciarpa nera. Sono così stonato. Ci sono panettoni, pandori, torroni, noci, spumante. Anche il mio storico hard discount per immigrati est-europei è così natalizio, così festoso. Il mio carrello pare sempre avere un'aria dimessa. Credo che sia per questo che ho iniziato a comprare vino, a scopo decorativo.

Già, bere vino a tavola è una cosa così conservatrice, ma intravvedo il senso dell'ammonimento che invita a non fidarsi di un uomo che non beve a cena. È importante riannodare i fili di tradizioni millenarie. Penso alle centinaia di avi contadini che nello scorrere dei secoli tornavano a casa dai campi cercando consolazione in un bicchiere di rosso e nelle braccia di una donna troppo madre. Ricordiamoci di ringraziare i nostri monaci, ricordiamoci di ringraziare i nostri guerrieri, ma il nostro sangue e il nostro vino appartiene inesorabilmente ai padri di famiglia. Però, merda, vorrei soltanto essere lo zio di qualcuno. C'è qualcosa che non funziona.

È sabato pomeriggio, esaurisco la routine e vorrei essere altrove, come tutti i sabati pomeriggio. Non importa dove io sia, vorrei comunque essere altrove. Ho tante case e le amo tutte, maledizione a me che mi affeziono così facilmente ai pali della luce, alle cabine telefoniche e ai cassonetti dell'immondizia. E io, si sa, quando mi affeziono, scappo via.

Lei l'altra sera mi dice sì, hai nove vite come un gatto, ma le vivi tutte insieme e neanche una. A me di lei non frega un cazzo, ma credo abbia ragione, si, credo che abbia ragione anche questa volta. Allora amore scusami se non ti chiamerò per i prossimi due o tre anni, ti penserò sempre.

Il senso, in fondo, non è finire il solitario per avere tutte le carte in ordine. Il senso è mescolare il mazzo. Ma probabilmente, mi sbaglio, si, credo che mi sbaglio anche questa volta.