domenica 20 novembre 2016

O se

Si nota di più se indosso i guanti
O se fumo sessanta sigarette?
È più pericoloso se guido senza cintura
O se la mattina compio il mio dovere con tre ore di sonno?
È peggio se gioco con i tuoi sentimenti
O con i miei?

sabato 12 novembre 2016

Giorni, fisso un dolore al petto

Giorni, fisso un dolore al petto:
mai avuto paura della fine.
Da anni osservo i vostri fascismi avanzare
e il vostro stupido umorismo.
Mi aggiro di notte barcollando,
severo e altero alla mattina,
soffoco nel vuoto che vi riempie.
I pupazzi che temete,
le marionette che vi manovrano,
non popolano i miei incubi,
ma la mia ferocia e la mia stupidità.
Stanco di odiarvi
la vostra rabbia mal riposta
la mia cieca insistenza
la guerra sui marciapiedi
l'indifferenza cordiale
l'amore efficiente
il futuro che vi ossessiona
e non avrete mai ciò che bramate.
Non sono fiero:
ciò che ho visto non è la fine del mondo
ma solo il buio di un piccolo abisso.

domenica 6 novembre 2016

Chi siete voi?

Chi siete voi?
Che sotto la pioggia, leggera, poi battente, poi incessante e poi di nuovo leggera, cercate un riparo?
Chi siete voi?
Che parlate dell'intimità come consigli per gli acquisti?
Voi, che fremete per le mie dita sulla vostra pelle?
Voi, senza bisogni, con troppi bisogni?
Voi, con i vostri istanti eterni?
Voi, con il vostro amore fino al terzo rintocco?
Voi, che non sapete dove siete e mi chiedete dove vado?
Chi siete voi?
E come osate popolare i miei ricordi?

mercoledì 2 novembre 2016

Parafrasi e omaggio (Analisi #356)

Oggi in Italia non esiste una vera opposizione al Potere, se non piccoli e deboli gruppi che non solo non rappresentano alcuna preoccupazione per il Potere stesso, ma troppo spesso colpiscono un po' a casaccio, perché non hanno memoria.
Chi nel passato ha condiviso il potere con il Potere è stato premiato per il "senso dello stato" dimostrato. Qualche nome è stato fatto e in definitiva si è compiuto il vero Colpo di Stato.
Non siamo più eredi di nessuno, neanche di chi non era già più erede di nessuno e avrebbe voluto ricominciare da capo, senza riuscirci, come non ci riusciamo noi.
Noi non sappiamo. Non solo perché la ricostruzione di ciò che avviene intorno a noi è più ardua che nel passato, non solo perché di interventi giornalisti e politici degni di attenzione se ne trovano sempre meno.
Non non sappiamo, non solo perché ci è venuta sempre meno l'abilità di coordinare fatti anche lontani e di mettere insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, ma soprattutto perché abbiamo svenduto la nostra volontà di sapere.
Fino a quando continueremo ad autocondannarci all'ignavia, possiamo soltanto continuare a riperterci quanto ci dispiace e a venerare le nostre icone totemiche, uccidendole ogni volta un'altra volta o al più, come io adesso, possiamo abusare di parole in avanzato stato di decomposizione, riconoscibili solo dai parenti più stretti.