mercoledì 25 aprile 2007

Peli di cazzo (reprise).

Sei arrivato alla stazione della Metropolitana di Anagnina, dopo i 40 minuti di metro sbatacchiato da una masse informe di persone sudate viscide e maleodoranti, dopo aver lottato per salire sulla metro, dopo un'ora di treno in piedi, nel corridoio di passaggio di un vagone, interrotto continuamente da nomadi viaggiatori che chiedendo permesso vagano su e giù per il treno nella vana speranza di trovare un posto a sedere.
Sei sceso dalla metropolitana e anche oggi la vescica ti scoppia. Pare che tu debba fartela sotto, non ti sembra possibile trattenerla. Correndo arrivi al bar, senza dire una parola entri nel bagno e di corsa spalanchi la porta interna...

...quando una puzza tremebonda t'avvolge, come a volerti togliere per sempre il fiato.

Guardi in basso, e pare che tutti gli elefanti diarroici di Moira Orfei abbiano deciso di cagare in quel cesso proprio quella mattina. E pur essendo elefanti ammaestrati, pare che nessuno gli abbia insegnato a tirare l'acqua.
Ma non puoi fare niente, la vescica impera e tu devi obbedire.
Te lo tiri fuori e urini. Non sai dove guardare, e lo sguardo cade nella voragine che il tuo piscio scava nella più grande smerdata che la mente umana può concepire.

Esci dal bagno.
Ti chini quasi a novanti gradi. Un singolo conato e vomiti quel poco che avevi nello stomaco.
Lì, nel salone, davanti a tutti.


Ti pulisci le labbra con il dorso della mano.
Ti sistemi i pantaloni.

Esci dal bar, senza guardare in faccia nessuno.
Quel sapore schifoso persiste nella bocca. Per non parlare dell'odore. Sembra che perfino il tuo cervello puzzi.

Sali le scale, guardi l'elemosinante.
Ti ci siedi accanto e aspetti.