martedì 6 settembre 2016

Un addio

Se ogni volta che ho sofferto
avessi pianto anziché urlare
allora avresti potuto dormire tranquilla
in una nuova palude.
Ma se ogni volta avessi anteposto
la mia disapprovazione alla comprensione di te
allora adesso non avrei alcun motivo
per allagare la mia terra.
E se diecimila minuti non sono bastati
questa telefonata puoi ancora addebitarla a me.
E una parola scritta male
può restare,
annegare in un fiume di inchiostro,
o essere abrasa.
I fogli di carta e la vita
muoiono di inedia se restano bianchi
e poi ingialliscono.

lunedì 5 settembre 2016

Nessun tremore

Insomma, questa storia non ha un inizio. Se non ha un inizio, mi ripeto da anni, allora non c'è neanche un motivo per raccontarla. Questa notte la terra non ha nemmeno tremato e, nonostante tutti i miei sforzi, i passi sono certi. Talmente certi che - qualcuno di voi mi avrà sentito - passeggio per il centro fischiettando un motivo triste alle quattro del mattino. L'architettura razionalista mi lascia immaginare una polizia fascista che senza motivo mi ferma nel cuore della notte ed io candidamente rispondo: "No agente, non è ubriachezza molesta. Sono io che sono molesto. Si tratta di personalità molesta e mi pare che non sia reato, neanche per il regime fascista. Ecco, magari non piace, ma in fondo, mica vi sto corteggiando". E nel fiume dei pensieri si mischiano tutte queste parole già dette, che non so più se sto citando qualcuno oppure se cito me stesso che come un rincoglionito racconto sempre la stessa storia. Ormai è da tempo che soggiorno proprio ai margini della tempesta, qui in alto mare, e guardo le traversate altrui svolgersi. Non per davvero, dico, lo sapete, abito nel cuore di questa città, dove il moderno è già antico e il resto è fuori luogo. Fischietto anche motivi tristi nel cuore della notte, difatti. Qui ai margini della tempesta, alle volte, do indicazioni ai passanti, ma solo se sono dell'umore giusto, altrimenti lascio che si arrangino. Per quelli che vogliono arrivare a riva indico di là. Per quelli che, per chissà per quale motivo, vogliono entrare nel centro della tempesta, indico di là. A volte da lontano vedo impotente un naufragio e penso ma quanto sono fortunato a stare qui, in alto mare, ai margini della tempesta, pensa che sfiga naufragare. Non fermo quasi mai nessuno. Ma quasi mai non significa niente, e infatti non sono quasi mai stato solo, in alto mare, al bordo di questa tempesta, eppure sono sempre rimasto solo.
E allora cammino per un altro quarto di questa circonvallazione. Il motivetto, poi, non è così triste. Più nostalgico, direi.
Magari fischietto piano che tu dormi e forse non te ne frega niente.